lunedì 30 agosto 2010

Nodi di R. D. Laing

R. D. Laing (1970),
Nodi,
Einaudi, 2004

"Nodi" è un groviglio di pensieri, di immagini, di meccanismi che Laing scompone ed evidenzia con maestria. I temi trattati sono principalmente i rapporti interpersonali e i pensieri che ne scaturiscono. Un testo che mi ha dato molto, che tengo sempre sottomano e che mi piace sfogliare di tanto in tanto.

R. D. Laing (1927- 1989) è considerato un maestro dell'antipsichiatria, non ne condivise  però le idee più estreme e continuò a definirsi uno psichiatra.


Mai come in questo caso la citazione è d'obbligo:


"Stanno giocando a un gioco.Stanno giocando a non 
giocare a un gioco. Se mostro loro che li vedo giocare,
infrangerò le regole e mi puniranno.
Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco.".

E ancora:


"lo voglio
l'ottengo
quindi sono bravo

lo voglio
non l'ottengo
quindi non sono bravo

non sono bravo
                       perché non l'ho ottenuto

non sono bravo
                       perché ho voluto ciò che non ho ottenuto

devo badare
                      di ottenere ciò che voglio
                     e di volere ciò che ottengo
       e di non ottenere ciò che non voglio".

domenica 29 agosto 2010

Dieci piccoli indiani di Agatha Christie

Agatha Christie (1939, 1940),
Dieci piccoli indiani,
Mondadori, 2009
La trama fa ormai parte dell'immaginario collettivo: dieci estranei vengono attirati su un'isola privata da cui non possono fuggire. Uno dopo l'altro vengono uccisi da un misterioso assassino, seguendo le strofe di un' ossessiva filastrocca, fino all'ultimo sopravvissuto che si impicca per la disperazione, lasciando l'isola deserta e completando così alla perfezione il maggior "enigma della camera chiusa" della letterattura gialla.

Rispetto agli altri libri di successo dell'autrice, in "Dieci piccoli indiani" non c'è nessun investigatore ad aiutare il lettore a risolvere il caso, nessuna Miss Marple a cui aggrapparsi nei momenti bui, nessun Poirot dal quale farsi spiegare con un certo sollievo il come e il perchè del delitto...niente di niente!
Il povero lettore è abbandonato a sè stesso: incapace di trovare una spiegazione razionale alla situazione impossibile che si delinea, assiste come spettatore impotente al diabolico climax di omicidi che gli viene presentato e aspetta un qualche minimo indizio che non gli viene mai concesso...e quando alla fine arriva quasi a giustificare tutti i decessi, in virtù di una "giustizia divina" che punisce i colpevoli di vecchi reati, ecco il sospirato poscritto finale, che riporta un raggio di luce su "Nigger Island" e svela finalmente la soluzione del rompicapo insolubile...

Ancora una volta Agatha Christie ce l'ha fatta sotto il naso...anzi, ci ha proprio irriso, perchè non c'è nulla di soprannaturale nella storia...il colpevole c'è e non può che essere uno dei dieci...siamo noi che non siamo capaci di vederlo...!!

Con tutto ciò, stupisce forse che "Dieci piccoli indiani" sia il maggior capolavoro di Agatha Christie e, dati alla mano, il libro giallo più venduto in assoluto??

"...and then there were none." ["e nessuno ne restò."]

sabato 28 agosto 2010

Il club Dumas di Arturo Pérez-Reverte

Arturo Pérez-Reverte (1993),
Il Club Dumas,
Il Saggiatore, 2009
Incuriosito dal film "La Nona Porta" di Polanski, recupero il libro ispiratore, il quale, prima sorpresa, porta il nome del famoso scrittore francese, autore de "I tre moschettieri".
La trama cinematografica del cacciatore di libri alla ricerca di un antico testo maledetto con cui poter invocare il diavolo ("Le Nove Porte del Regno delle Ombre" appunto) è stata infatti estrapolata da un contesto più ampio e ricco di citazioni, in cui l'autore del romanzo l'aveva collocata.
In effetti "Il club Dumas" è un lungo, grande omaggio ad Alexandre Dumas e al suo più famoso romanzo d'appendice e tutti i personaggi (il lupo solitario Lucas Corso, i predatori di libri Boris Balkan e Varjo Boria, la vedova-femme fatale Taillefer, il sicario sfigurato) sono pedine mosse su un percorso obbligato ricostruito sulla trama de "I tre moschettieri".

Ma, e qui sta la vera peculiarità del libro rispetto al film, Pérez-Reverte si diverte (e ci diverte) a rimescolare le carte: rende coscienti i personaggi del "gioco Dumas" a cui li fa forzatamente partecipare; dichiara all'inizio la tecnica del "narratore inattendibile", citando il più famoso esempio del genere ("L'assassinio di Roger Ackroyd" di Agatha Christie), salvo poi confondere il lettore mescolando continuamente i filoni investigativi seguiti da Corso (l'indagine "Dumas" e la ricerca de "Le Nove Porte"); inserisce anche rimandi alla vita sentimentale passata del protagonista e ai motivi della sua misogina solitudine...

Forse un po' troppe carte sul tavolo...(e questo spiega perchè il film ne abbia eliminate parecchie)...ma in definitiva ci si immerge volentieri nell'atmosfera di "caRTa e spada" del libro e, mentre si cercano gli indizi "demoniaci" nelle suggestive tavole illustrate estratte dal testo maledetto, sembra quasi di toccare le rilegature di pelle di capra o di pecora e di sentire l'odore della carta provenire dagli antichi volumi...

"...carta di tela o di lino. Buona carta fatta con stracci, resistente al tempo e alla stupidità umana. [...] Niente a che vedere con le cellulose di oggigiorno!"

giovedì 26 agosto 2010

Memorie d'una ragazza perbene di Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir (1944)
Memorie d'una ragazza perbene,
Einaudi, 2005
Memorie d'una ragazza perbene, prima parte dell'autobiografia di Simone de Beauvoir. Un testo che m'ha dato un po' di filo da torcere, uno di quei libri che non scorrono freschi come l'acqua. L'ho trascinato per tanto, troppo tempo ma l'ho apprezzato soprattutto alla fine. La trama delle ultime pagine è costruita infatti con maestria. Ho avuto bisogno di fermare tutto dopo aver chiuso il libro. In quel momento esatto, osservando la quarta di copertina, Simone mi è entrata nel cuore.

Di cosa parla il libro? E' la storia dei primi venti anni di vita dell'autrice, un susseguirsi non solo di fatti ma soprattutto di pensieri. E' infatti la storia dell'evoluzione di un pensiero, di una mente in formazione. L'autrice riesce a ricostruire i passi che l'hanno portata ad essere la donna che poi fu. Simone accompagna il lettore in un percorso di riflessione su temi molto significativi come quello della maternità, del matrimonio. Un testo forse molto fermo in alcuni passaggi, ma affascinante, come affascinante deve essere stata questa donna che ebbe la forza e il coraggio di andare oltre quello che la società si aspettava da lei.

Simone de Beauvoir, nata 1908 e morta nel 1986, è stata insegnate, scrittrice e filosofa francese ricordata soprattutto per il suo contributo al pensiero femminista.

"Sono nata il 9 gennaio 1908, alle quattro del mattino, in una stanza dai mobili laccati in bianco che dava sul boulevard Raspail."