sabato 28 agosto 2010

Il club Dumas di Arturo Pérez-Reverte

Arturo Pérez-Reverte (1993),
Il Club Dumas,
Il Saggiatore, 2009
Incuriosito dal film "La Nona Porta" di Polanski, recupero il libro ispiratore, il quale, prima sorpresa, porta il nome del famoso scrittore francese, autore de "I tre moschettieri".
La trama cinematografica del cacciatore di libri alla ricerca di un antico testo maledetto con cui poter invocare il diavolo ("Le Nove Porte del Regno delle Ombre" appunto) è stata infatti estrapolata da un contesto più ampio e ricco di citazioni, in cui l'autore del romanzo l'aveva collocata.
In effetti "Il club Dumas" è un lungo, grande omaggio ad Alexandre Dumas e al suo più famoso romanzo d'appendice e tutti i personaggi (il lupo solitario Lucas Corso, i predatori di libri Boris Balkan e Varjo Boria, la vedova-femme fatale Taillefer, il sicario sfigurato) sono pedine mosse su un percorso obbligato ricostruito sulla trama de "I tre moschettieri".

Ma, e qui sta la vera peculiarità del libro rispetto al film, Pérez-Reverte si diverte (e ci diverte) a rimescolare le carte: rende coscienti i personaggi del "gioco Dumas" a cui li fa forzatamente partecipare; dichiara all'inizio la tecnica del "narratore inattendibile", citando il più famoso esempio del genere ("L'assassinio di Roger Ackroyd" di Agatha Christie), salvo poi confondere il lettore mescolando continuamente i filoni investigativi seguiti da Corso (l'indagine "Dumas" e la ricerca de "Le Nove Porte"); inserisce anche rimandi alla vita sentimentale passata del protagonista e ai motivi della sua misogina solitudine...

Forse un po' troppe carte sul tavolo...(e questo spiega perchè il film ne abbia eliminate parecchie)...ma in definitiva ci si immerge volentieri nell'atmosfera di "caRTa e spada" del libro e, mentre si cercano gli indizi "demoniaci" nelle suggestive tavole illustrate estratte dal testo maledetto, sembra quasi di toccare le rilegature di pelle di capra o di pecora e di sentire l'odore della carta provenire dagli antichi volumi...

"...carta di tela o di lino. Buona carta fatta con stracci, resistente al tempo e alla stupidità umana. [...] Niente a che vedere con le cellulose di oggigiorno!"

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